Seguendo la normativa del codice Doganale Comunitario Aggiornato (Regolamento CE 23/04/2008 n° 450 – art. 36) il prodotto è “Made in Italy”, quando è stato interamente realizzato in Italia o se in Italia ha subito l’ultima trasformazione sostanziale.
Ne deriva che è consentito l’uso del “Made in Italy”.se le diverse parti del prodotto, sono state fabbricate all’estero, e successivamente assemblate in Italia ”.
La tutela giuridica del marchio “Made in Italy”: è stata modificata con il D.L. n. 35/05, convertito nella Legge n. 80/05 che ha rafforzato la tutela giuridica Finanziaria estendendo le sanzioni contenute nella Legge Finanziaria del 2004, che si limitava alle “false e fallaci indicazioni di provenienza“, anche alle indicazioni di origine.
L’origine di un prodotto è l’indicazione del luogo in cui la materia prima è nata o è stata allevata/coltivata/pescata.
La provenienza indica, invece, l’ultimo stabilimento nel quale il prodotto è stato manipolato e/o stoccato.
Un prodotto è invece completamente “Made in italy”, grazie alla Legge n. 166/09 dove è stato introdotto un nuovo marchio di origine: il “100% Made in Italy”.
Possono fregiarsi del made in Italy tutti i prodotti per i quali sia avvenuta in Italia l’ultima trasformazione o lavorazione sostanziale, il “100% Made in Italy” è riservato esclusivamente ai prodotti per i quali il disegno, la progettazione, la lavorazione ed il confezionamento sono avvenuti esclusivamente sul territorio italiano.
Il Made in Italy, che rappresenta la forza della manifattura nazionale sui mercati internazionali, ha permesso di uscire dalla crisi riconquistando i volumi persi nel corso della pandemia. La guerra in Ucraina sebbene abbia mostrato una leggera battuta d'arresto per le merci Made in Italy è prevedibile che continua la sua crescita soprattutto nei mercati asiatici dove alcuni indicatori la danno in salita